Il Progetto Scuole “Osteoporosi, non solo un problema per vecchi”

Parlare ai ragazzi del tessuto osseo e dell’Osteoporosi per informarli sui rischi della carenza nutrizionale e dell’Anoressia

Programma condotto a partire dal 2014-15 dalla Fondazione per l’Osteoporosi e dall’Associazione PrevenzioneAnoressiaTorino (Pr.A.To), con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale Piemonte, e, negli anni, la collaborazione del Rotary D. 2031 e D. 2032, il patrocinio della Fondazione Medicina a Misura di Donna e della Fondazione per la Scuola, e il contributo della Compagnia di San Paolo, del Rotary D. 2031, del R.C. Torino Sud-Est e dell’Adisco.

 

La carenza nutrizionale negli adolescenti impedisce la buona strutturazione ossea; ciò non solo predispone all’Osteoporosi nell’età avanzata, ma può anche provocarla, con aumento delle fratture, già in età giovanile.   L’informazione ai ragazzi su questi rischi può contrastare, per quanto concerne la salute, la forte spinta all’eccessiva snellezza che, pur non essendone la causa, è un fattore favorente l’Anoressia; il problema si è aggravato nettamente negli ultimi due anni in relazione alle ricadute sfavorevoli della pandemia da Covid-19.

Prima della pandemia, tra le ragazze della fascia d’età 18-24 almeno 2 su 100 erano affette da Anoressia. Nel 2017-18 in Piemonte il 25% delle studentesse delle Superiori era in sottopeso (di queste 3 su 5 ritenevano di essere normopeso mentre più di 1 su 3 delle ragazze in normopeso riteneva di essere grassa) e quando questo sia dovuto a restrizione alimentare il rischio di Anoressia è significativamente aumentato. La pandemia – con le ricadute sfavorevoli che hanno riguardato soprattutto i giovani – ha determinato un aggravamento della situazione per l’Anoressia, anche in relazione con il più frequente accesso ai “social media” (che, con varie modalità, possono causare insoddisfazione per il proprio fisico e spinta alla magrezza e ai disordini del comportamento alimentare). Vi è stato un abbassamento dell’età di esordio ai 13-16 anni, con aumento del 30% sia dell’incidenza sia del rischio di ricadute. Il problema continua ad interessare soprattutto le ragazze, anche se la quota di adolescenti maschi affetti da forme gravi è in aumento.

Se non trattata tempestivamente l’Anoressia comporta un elevato rischio di cronicizzazione, con pesanti conseguenze su qualità della vita e salute e una mortalità di 5-10 volte superiore rispetto a quella dei coetanei.

È essenziale attivare delle strategie di prevenzione, secondaria (intercettare la malattia nelle fasi iniziali, per un tempestivo e assai più efficace intervento terapeutico) e primaria (ridurre il rischio di inizio della malattia).

Molto importante è la sensibilizzazione sui primi sintomi, non solo di medici, insegnanti, genitori, ma anche dei ragazzi stessi che devono essere informati delle conseguenze sfavorevoli del sottopeso e della restrizione alimentare. Tuttavia, parlare di Anoressia nelle scuole (conferenze, dibattiti, testimonianze, etc.) è difficile e potenzialmente controproducente, come evidenziato dal documento della Regione Piemonte sui “Disturbi del comportamento alimentare, DCA”, 2008.

Di qui l’iniziativa di affrontare il tema Anoressia in modo indiretto, parlando dei problemi per le ossa e di Osteoporosi.

 L’argomento interessa e coinvolge i ragazzi. Il tessuto osseo raggiunge il culmine del rafforzamento sul finire dell’adolescenza per gli alti livelli dei “fattori di crescita” che stimolano la formazione, e per gli ormoni gonadici (estrogeni e androgeni) che frenano il riassorbimento. Già a partire dai 18-20 anni i “fattori di crescita” tendono fisiologicamente a ridursi, per poi decrescere più nettamente dai 25 e ancor più dai 35, per un processo strettamente legato all’età.

La sottonutrizione e la magrezza inibiscono i “fattori di crescita” e possono bloccare la funzione gonadica (con conseguente amenorrea e carenza di estrogeni), determinando una perdita che non solo costituisce la premessa per l’Osteoporosi postmenopausale ma anche provocare l’Osteoporosi stessa, con aumento del rischio di fratture, già in anni giovanili. Ciò si verifica nelle amenorree da sottopeso, comprese quelle legate al relativo eccesso di attività fisica (la “triade delle atlete”: carenza alimentare, amenorrea, osteoporosi), e soprattutto in caso di Anoressia. Un accurato studio di tre gruppi di atlete indica che quelle con amenorrea ipoestrogenica presentano fratture da stress 5 volte di più, e 10 volte di più quando vi sia una situazione di Anoressia (si veda SPORT E ANORESSIA). L’Anoressia è particolarmente penalizzante per il tessuto osseo delle adolescenti: già nei primi 18 mesi di malattia il rischio di frattura aumenta del 60%. Inoltre, in qualche caso, può essere penalizzata la crescita staturale e, in ogni caso, si perdono gli anni più favorevoli per il rafforzamento delle ossa.  Ragazze anoressiche con durata della malattia di 5-6 anni presentano un tasso di frattura almeno tre volte superiore rispetto alle pari età. Buona parte dei farmaci che ridanno le mestruazioni, molte “pillole” contraccettive comprese, non agiscono favorevolmente sui “fattori di crescita”. È indispensabile, sia per le ossa sia per ridurre il rischio di Anoressia (prevenendone la cronicizzazione e le deleterie conseguenze) un sollecito recupero del peso e dei flussi mestruali spontanei tramite interventi terapeutici (d’ordine nutrizionistico e psicologico), tanto più efficaci quanto più precoci.

 A partire dall’a.s. 2014-2015, si è avviata, nelle Scuole Secondarie di II grado del Piemonte, “Osteoporosi non solo un problema per vecchi; Campagna di sensibilizzazione e Concorso sulla prevenzione dell’Osteoporosi e i rischi dell’Anoressia”. Vi è stato, in questa come nelle edizioni successive, il prezioso sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale che ha fatto pervenire il bando agli Istituti scolastici con una Nota di accompagnamento e presentazione.

La Campagna si appoggiava su di un video didattico del prof. Campagnoli:

Il Concorso a premi era per un “saggio” sul tema dell’Osteoporosi e della sua prevenzione e sui rischi dell’Anoressia; prevedeva anche un premio ulteriore alle classi vincitrici che avviassero un percorso di peer education

A partire dall’a.s. 2016-17 la Campagna/Concorso è stata condotta con la collaborazione diretta di molti Rotary Club piemontesi e del Distretto Rotary 2031, che l’ha inserita tra i Programmi distrettuali.   Negli a. s. 2017-18 e 2018-19 gli interventi nelle Scuole hanno coinvolto, nell’insieme, perlomeno 3000 ragazzi (altri 700 sono stati informati tramite attività di peer education da parte delle classi vincitrici del Concorso).  Negli anni successivi la Campagna è proseguita con modalità online (per i dettagli si veda ATTIVITA’- COMUNICAZIONI ANNUALI).

Il Progetto, nella sua peculiarità, è coerente con quanto concluso nel documento su “Attività fisico-sportiva e disturbi della nutrizione e alimentazione”, Quaderno del Ministero della Salute , settembre 2017 (“I programmi di promozione ed educazione alla salute, proposti in ambito scolastico, e non solo fin da quando si è piccoli, sono il metodo migliore per prevenire i disturbi dell’alimentazione e i disordini alimentari negli atleti e nella popolazione generale, programmi incentrati sull’empowerment e le life skills individuali, rivolti ad aumentare le capacità e competenze personali di responsabilizzazione rispetto al proprio benessere”) e anche con quanto raccomandato dall’Autorità Garante per Infanzia e Adolescenza nel maggio 2022 (“Promozione del lavoro di gruppo tra pari e attivazione di strategie di formazione basate sulla peer education”).

Per l’a.s. 2022-23 la Fondazione per l’Osteoporosi, in collaborazione con l’Associazione Pr.A.To., ha proposto un Concorso Nazionale per le Scuole Secondarie di II grado, intestato al Cavaliere del Lavoro Claudia Matta, a lungo Presidente della Fondazione, dal titolo “Effetti della carenza nutrizionale sulle ossa negli adolescenti. Osteoporosi non solo un problema per vecchi” (si veda BANDO e RISULTATI).

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 Il fine è diffondere tra i ragazzi la conoscenza del problema dell’Osteoporosi e delle sue cause e una cultura di maggior attenzione e rispetto nei confronti delle esigenze del proprio organismo, nel tentativo di contrastare la spinta all’eccessiva snellezza che è spesso la premessa dell’Anoressia.